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La Storia di Formello

Pubblicato da rmadmin il 29/04/2019
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FORMELLO

Antinomia storica per Formello, la vicinanza a Roma ha tanto nuociuto al paese nell’antichità, quando i suoi confini si mescolavano con la storica e famosa Veio, grande nemica della Roma nascente, quanto invece gli ha giovato nella modernità, quando Formello è diventato un popoloso borgo che quasi quasi suffraga la città eterna.

Questi gli estremi di un pendolo secolare che differenzia la parte moderna di questa cittadina, ricca di ville sparse nel verde e di nuove e linde costruzioni più accessibili al ceto medio, dal centro storico dove vicoli lampioni e case vecchio stile si arricchiscono di balconi sempre fioriti e improvvisi scorci paesaggistici. Naturale dunque l’emigrazione dei romani estenuati dalle affollate e trafficate strade verso un paese cosi versatile in campo abitativo, iscritto nella campagna romana a nord di Roma. Formello si sveglia dal sonno dei secoli scorsi quando il suo onore era legato alle fortune dei principi Chigi e ne cerca uno, di onore, comunale, tutto suo che comprende sopra le vestigia storiche etrusche, il senso rurale della campagna, vero tessuto che ha tenuto in piedi nei secoli il borgo e che l’ha formato a solidi valori. Perchè cosa cerca chi vuole andare ad abitare a Formello? Silenzio, aria buona, ritmi rilassati, prodotti genuini a chilometri zero, e approcci semplici con la natura. E sia, Formello ne fornisce di spunti. Per cominciare a capire basta andare, anche per un giorno, a visitare Casale 1311, casa colonica, definita museo di interesse locale, e piccola azienda a gestione famigliare che raccoglie con semplicità attrezzi ancora usati o desueti dell’antica civiltà contadina e in certe occasioni organizza delle vere e proprie feste campestri. Non basta, ecco Parco Natura La Selvotta a disposizione di turisti della domenica o di famiglie di residenti che vogliono godersi un faccia a faccia con flora e fauna. La Selvotta esibisce una rara collezione di rapaci con i loro costumi venatori, falchi aquile gufi , barbagianni e condor sono pronti e ben addestrati nel dimostrare come si comportano sia in libertà sia al servizio dell’uomo. In primavera ed estate a seconda della piovosità della stagione può rifiorire un bel giardino nato per ospitare farfalle. Le esperienze dirette proseguono con un orto didattico, e la cura degli animali da fattoria, Selvotta offre ai ragazzi becchime per nutrire gli animali domestici, caprette, le preferite, mucche, conigli, pavoni, asini e maialini che davvero entusiasmano i bambini di città e anche quelli che vivono nel chiuso delle case perché ormai la passione campestre è diventata un lusso per chi non nasce contadino. 100 le aree attrezzate per barbecue, un parco giochi, un campo di palla a volo e di calcetto chiudono il ventaglio di possibilità dell’offerta Selvotta .

Poi c’è Agriturismo La Fattoria Da Pacifico, evoluzione del concetto en plein air piu domestico e strutturato. Stalle molto ben tenute per ponies, cavalli, bovini mucche e vitelli, e un ottimo ristorante , la possibilità di barbecue in atmosfera di campagna con tutta l’organizzazione fornita dalla struttura, ottima, carne compresa.

Se poi chi si avvicina o vive a Formello vuole avere l’esperienza della vita selvaggia può esplorare e passeggiare al Sorbo, dove cavalli bradi e mucche al pascolo libero, prati e grandi spazi verdi e querce secolari danno una vera boccata di wilderness a chi si avvicina. Si scende dai prati del Sorbo verso valle per raggiungere il fiumiciattolo Cremera e qui il ruscello si insinua in tortuose anse ricoperte di vegetazione ripariale fino ad un vecchio mulino abbandonato. La Francigena , antico cammino dei pellegrini diretti a Roma dal lontano nord, lambisce Formello, che avendone coltivato il risveglio, offre ai pellegrini sia un ostello della gioventù MARIPARA e una bella locanda dove si mangia con poco assaporando una cucina strettamente locale.

Nullus locus sine genio dicevano i latini e poi aggiungevano sive mas sive foemina … sembra che parlino di   Maripara l’enigmatica statua simbolo di una incertezza di genere, ambigua e unica presenza che campeggia tra i reperti del Museo dell’ Agro Veientano. Il genius loci di Formello, qui va preso da lontano per esempio dal nome stesso che starebbe a significare luogo dai molti formali, cunicoli sotterranei che ancora per brevi tratti possono essere visitati. Il Borgo dei Formali, Formello dunque, un esempio di ingegneria estrema etrusca. Un impegno gigante che ancora funziona 50km di cunicoli che hanno regimentato e ancora regimentano l’acqua e ne drenano il territorio.

E quindi la Formello etrusca dove è? Quella che la spaventosa Gorgone non è riuscita a difendere dai romani dei tempi antichi che anzi se ne sono impadroniti portandola al Palatino. Oggi la spoliazione continua, i più grandi e bei reperti , l’Apollo di Veio e i frontali del suo tempio sono a Roma al Museo Etrusco di Valle Giulia, strappati dai loro luoghi originali.

La civiltà etrusca è evaporata travolta dalla sorte di Veio e la sua magia dispersa anche se il Museo dell’Agro Veientano ne raccoglie le orme e le valorizza per ricostruirle. Lavori in corso sotto le premurose cure degli infaticabili Michele Damiani e Angelica Keiskei. Le mura per esempio, rare costruzioni qui rimaste intatte, un lavoro in fieri che promette molto. Per decifrare il vero segno di questo sperone di tufo abitato per 17000 mq e questo reticolo di vie diverse che dal passato rimandano al futuro , per uscire da questa dimenticanza storica bisogna solo vedere con occhi realistici questo presente ben conservato, ben gestito che ha perso si, l’afflato della storia etrusca ma è stato risparmiato dalla “globalizzata” stratificazione romana rimanendo quello che era, un borgo agreste nemmeno tanto favoleggiato. Anche i Chigi che volevano costruire una Versailles di Campagna, quella che i nativi chiamano Versaglia, poi alla fine se la sono dimenticata e ora quell’impianto di villa giace tra le erbe. Formello lasciato al dialogo con gli spiriti della natura selvaggia, arriva cosi intatto fino a noi.

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